giovedì 26 novembre 2015

Phelaia Moratz

La donna non aveva accettato bene quel compito, ma se voleva togliersi la seccatura quanto prima doveva produrre dei risultati. Quel villaggio di campagnoli forse con l'apertura della cittadella sarebbe diventato un importante punto di sosta e passaggio ma ora era solo un posto sporco, pieno di puzzolenti cercatori d'oro.
Phelaia guardava fuori dalla finestra del retro dell'emporio Moratz pensando con nostalgia ai giorni trascorsi a Norrvik quando vide passare un gatto. Un gatto davvero insolito che si muoveva furtivamente verso la casa del sindaco.
Doveva intervenire oppure no? In fondo era solo un gatto e lei doveva pensare a cosa fare per proteggere la compagnia dello zio Moratz.
Non passò molto tempo che ricevette una visita da Hallwinter. Col Campione del Vestland si era già confrontata altre volte senza cavare un ragno dal buco ma stavolta era differente.
Sildar le dette un ordine preciso: "Esci dal villaggio e dirigiti a nord per 10 minuti, incontrerai gli avventurieri che mi hanno salvato dai goblin. Non credere alle voci che girano su di loro. I Marchiorosso ti hanno visto poco e non hanno ancora associato il tuo volto al loro gruppo. Tu farai da ponte e collegamento tra me e le forze che vogliono risolvere i problemi di questo posto e loro. Io mi assentero per almeno due giorni. Vado a Rhoona a parlare con il jarls."

Requiem per Marek

Il villaggio era interamente coperto da vegetazione lussureggiante ed erba altissima in modo innaturale.
Tra tutte le abitazioni spiccava un'antica torre avvolta nell'edera.
Gli avventurieri nel pomeriggio fecero un mezzo giro attorno al villaggio per scoprire altri punti d'ingresso, poi sceltone uno, affrontarono la vegetazione a colpi di falce e spada.
Arrivati ad un'abitazione diroccata, furono attaccati da alcuni esseri vegetali composti di edera e strane foglie. Le creature nonostante la protezione del terreno, non rappresentarono un serio pericolo.
Marek guidò il gruppo fino ad una statua nella piazzetta del villaggio. La statua rappresentava un eroe del passato dimenticato. Dal blasone inciso nella pietra, il paladino risalì alla sua origine e casata.
Quello era il villaggio fondato da uno dei primi campioni del Vestland secoli or sono ai piedi del picco di Kurtulmak, un posto assai isolato per costruire una casa. La sua casata non ebbe discendenti e si estinse fin da subito.
Addentrandosi ulteriormente nel villaggio, furono trovate le prime tracce di vita che non fossero quegli orribili vegetali. L'erba al centro del villaggio era calpestata ed andava da sud a nord verso la torre. Le tracce erano ancora fresche, ma l'erba sembrava essere stata calpestata più volte, segno di un frequente andirivieni.