giovedì 28 luglio 2011

Battaglia al castello

I pesanti portoni del castello di Norrvik cadono sotto l'impeto delle armate nemiche e sotto ai colpi magici di un potente mago.
Adram, Khaless e Helin in sella ai loro grifoni pongono una ferrea resistenza agli invasori, concentrando gli attacchi contro il mago, ma un altro pensiero stava a cuore del paladino.. informare il re che dietro questo attacco c'era niente meno che la collaborazione di Emil Doepler Jarls di Bergen come indicato nel diario di Agrid.
Durante una fase della battaglia il nano riesce a farsi ricevere dal re e gli comunica tutto quanto hanno scoperto, salvo in seguito mandare direttamente Adram dal re con il diario del vampiro.
La battaglia si conclude a metà mattina quando improvvisamente gli invasori si ritirano.
Helin sorvolando la capitale non scorge draghi e al porto la furiosa battaglia contro un potente drago nero è finita con la fuga del drago.
I sopravvissuti al porto sono Olafr Gotesund, Ainar Gotesund e Bjorn Gotesund che trasporta sulle spalle Aogan Gotesund terribilmente ferito e sfregiato, mentre del corpo di Omer dei Picchi Gialli nessuna traccia.
Solo in seguito si apprenderà che Aogan, se sopravviverà alle terribili ferite, rimarrà paralizzato dalla cinta in giù.
La città brucia fino a sera, il quartiere più colpito e devastato è quello del porto che essendo fatto quasi completamente di legno ha bruciato molto bene, poi a seguire il quartiere commerciale e un pò il quartiere del castello e il il collegio Uppsala, mentre l'enclave nanica ha resistito molto bene.
Prima che la giornata terminasse Khaless e Adram avevano in mente una seconda ed importantissima cosa...riescono a farsi ricevere dal re, nonostante il brutto momento, il quale affida a loro il compito di interrogare il vampiro per estorcergli altre informazioni.
Il re ha intenzione di convocare Emil Doepler molto presto per prendersi cura di lui, ma per farlo deve avere in mano tutti gli elementi.
Processare un jarls è una cosa seria, anche per un re e la punizione nei confronti di Doepler avrebbe dovuto essere esemplare.
Helin, Adram e Khaless, dopo aver provato a riposare un pò, decidono pertanto di chiudere il vampiro all'interno di un cerchio magico presso la stanza dei rituali del tempio di Kagyar.
Inizia l'interrogatorio di Agrid...mentre Norrvik piange i suoi morti.

domenica 10 luglio 2011

L'ultima cavalcata di Aogàn

400 piedi circa separavano Aogàn Gotesund da suo "zio" Omer mentre spronava il cavallo sulla banchina del porto recante i segni della battaglia. Una distanza che sembrava interminabile, il tempo scorreva al rallentatore per il capofamiglia Gotesund.
Tale era la sua concentrazione che i rumori della battaglia in città erano quasi scomparsi. Quanto poteva resistere suo "zio" da solo contro quell'imponente creatura?
Se fosse fuggito sarebbe morto subito, affrontarlo invece gli avrebbe dato qualche istante in più di vita, il tempismo era fondamentale, se fosse arrivato là prima che il drago nero desse il colpo di grazia a suo zio, forse vi sarebbe stata qualche speranza.
300 piedi..
I suoi uomini lo stavano seguento ad una trentina di piedi di distanza, forse qualche altra guardia sarebbe intervenuta rinvigorita dall'epica battaglia.. forse...
200 piedi, suo zio era sanguinante con una gamba malandata, non avrebbe più potuto schivare gli affondi del drago.
Aogàn urlò con tutto il fiato che aveva in corpo per attirare l'attenzione del drago, ma l'orrenda creatura calò il suo morso acido su Omer.
100 piedi, in piedi sulle staffe del cavallo pregava Odino puntando la lancia verso il corpo del drago, sperando di fare presto.
50 piedi, suo "zio" dopo esser stato più volte sbattuto al suolo, veniva sputato nel porto accompagnato da una nuvola di acido.
30 piedi, il drago nero si volse verso di lui, il drago era ferito ad un'ala, aveva il volto sanguinante e ferito, aveva varie altre ferite sul collo e poi soffiò!
Il destriero nero di Aogàn rimase senza le zampe anteriori e rotolò morto sulla banchina, mentre Aogàn veniva proiettato con la lancia verso il pettò del drago che centrò in pieno spezzando la punta.
Aogàn finì sotto al drago ma non fece in tempo ne a spostarsi ne ad estrarre la spada poichè il drago sanguinante e straziato dal dolore gli cadde addosso schiacciandolo con tutta la sua massa.
Aogàn era ancora vivo ma sentiva che la fine doveva essere vicina, un forte dolore alla schiena, le gambe intorpidite e il braccio che non sentiva più.
Il Drago si alzò a fronteggiare i cavalieri dei Gotesund ed ingaggiò con loro una furente battaglia.
Aogàn fu nuovamente schiacciato da una zampa del drago che oramai ignorava la sua esistenza e colpito da qualcosa rotolò giù dalla banchina andando a picco sul fondo del porto come un peso morto.

sabato 9 luglio 2011

Tyche la dea bendata

Tyche
"La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo" questo è un detto che si trova in tutte le culture a Mystara, con parole leggermente diverse a seconda delle usanze e della latitudine.
Tyche la dea bendata, secondo uno studioso di Karameikos, cammina affianco delle creature ogni giorno, interviene nella loro vita saltuariamente, ma dà il meglio di sè nelle battaglie, a queste non sa proprio sottrarsi.
Così prima della battaglia a Norrvik volse lo sguardo verso Thorfin la guardia che evitò una freccia avvelenata poiché si era chinato per prendere un floren, mentre girò alle spalle a Alfgeir che vide gli attaccanti ma non riuscì a suonare l'allarme poiché si ruppe un piolo della scala e cadde rovinosamente.
Tyche volse le spalle al mago Agnar che rimase schiacciato in sella al suo costrutto da battaglia a seguito della caduta di una torre del Collegio, mentre si volse verso Helin che potè in sella allo stesso costrutto sconfiggere un drago altrimenti impossibile da battere.
Volse le spalle al Primo campione Geirmundr che veniva trafitto da un artiglio di un drago nero mentre volse lo sguardo a re Harad che riuscì ad evitarlo.
Continuò a seguire le gesta del re mentre abbatteva un drago salvo poi voltargli le spalle per guardare le guardie e i cittadini del porto mentre venivano salvati da Omer dei Picchi Gialli figlio bastardo del precdente re.
La dea guardò in direzione dell'enclave nanica dove un drago nero abbandonò la battaglia contro alcuni avventurieri con una bara e spiccò il volo per inseguire un mago in fuga su di un tappeto volante...
Tornò al porto dove seguì le gesta e la vittoria del panettiere e delle guardie contro un drago tra l'euforia generale per poi tornare al Collegio dove 4 grifoni si alzarono in volo per andare dove?
I Grifoni andarono al castello e Tyche seguì quelle creature alate e i loro cavalieri mentre volse le spalle al porto dove il principe bastardo Hárr-otter andò incontro al suo destino...

giovedì 7 luglio 2011

L'eroe senza paura

Per avere 54 anni li portava davvero bene, agile più degli uomini della sua età e temprato ed allenato da 1000 battaglie con un pizzico di magia che non guasta mai!
Non ha mai amato le armature pesanti, simili a barili goffi, preferiva schivare ed affondare la stoccata mortale o il pugnale se lo spazio era angusto.
Omer guardando il possente Orthinbras sapeva che fuggendo non sarebbe sopravvissuto, il drago l'avrebbe raggiunto in un balzo, sapeva pure che "uno contro uno" non sarebbe sopravvissuto nonostante le protezioni magiche che aveva addosso, che altra opzione gli rimaneva?
Edda era stata una donna meravigliosa e probabilmente oggi l'avrebbe incontrata nuovamente, 36 anni senza di lei sono stati lunghi, prima però doveva vendere cara la pelle e questo lo sapeva fare molto bene.
Doveva fare la prima mossa per sorprendere la creatura e portargli via qualcosa di indispensabile...
In un attimo fu addosso al drago, passò sotto alle sue fauci sfruttando la sorpresa ed usando una zampa come scalino si avventò sull'ala sinistra imprimento all'arma tutta la forza e la magia che possedeva.
Il suo stocco lacerò la membrana priva di scaglie e si infilò talmente in profondità che fu impossibile estrarlo per un secondo colpo che arrivò subito dopo con il pugnale magico.
Orthinbras accusò il colpo e per liberarsi del fastidioso umano scosse l'ala ferita spezzando lo stocco e provocando senza volere un danno ancora maggiore: tendine reciso, Orthinbras non avrebbe più volato senza cure magiche.
Il Drago urlò sbavando acido guardando il cielo, primo round vinto da quel ratto umano che lo aveva costretto a terra..pericolosamente a terra.
Soffio, spazzata di coda, morso, l'umano evitò tutto per un pelo.
Balzo in avanti, Artigliata, morso, di striscio, questa volta Orthinbras ci era andato vicino a prenderlo e l'umano non aveva risposto, buon segno!
Soffio, artigliata e artigliata, Omer cacciò un urlo, questa l'aveva sentita, il drago gli aveva ferito una gamba compromettendo la sua agilità, non aveva più scampo!
"ora siamo pari" disse Omer provocando il drago furente.
Morso! L'enorme bocca colma di acido si diresse verso Omer che non la evitò ma sfruttò la rabbia e l'imprudenza del drago per portare il suo migliore affondo all'occhio destro con il pugnale magico, lacerando parte del viso.
"Pessima idea" gridò al drago stringendo i denti per il dolore.
Stretto tra le fauci della bestia, mentre le sue costole si spezzavano e il respiro diventava pesante, protetto debolmente dalla magia contro l'acido, Omer fu sollevato in alto e poi il drago lo sbattè a terra.
Spak, al primo colpo si spezzò una gamba, skiac al secondo la spalla, spat al terzo colpo Omer non sentiva più dolore, riuscì solo a dare l'ultima pugnalata alla bocca del drago che per il male soffiò acido tenendo Omer stretto e dimenandolo fino a che l'impudente umano non cessò di respirare.
Omer ora aveva la risposta....non aveva paura di morire!
La sua vità scivolò via come l'acqua esce da un catino inclinato, senza sforzo, senza fatica.
Senza rimpianti se ne andò da eroe il più forte panettiere del Vestland, Omer dei Picchi Gialli.
Il corpo di Omer fu sputato in mare mentre il drago nero ferito nello spirito e nel corpo, impossibilitato a spiccare il volo cercava con lo sguardo dell'unico occhio rimasto qualcosa contro cui sfogare la sua indescrivibile rabbia.
Clopete, clopete, un umano a cavallo con una stendardo e una lancia stava galoppando verso di lui... sarebbe stato un'ottima distrazione!

I Grifoni di Asa

Barricati all'interno del tempio di Kagyar, Khaless, il suo amicone Adram e l'elfo Norwin cercano una via di fuga.
L'accesso agli alloggi del chierico Bragas sono chiusi da una pesante porta di ferro, bussando però Adram ottiene risposta da Orghes (braccio destro di Bragas e amministratore del tempio) e di Cassandra (la figlia di Bragas).
Orghes rivela che il tempio di Kagyar è collegato tramite un cerchio di teletrasporto al Castello, al Tempio dei 12 principi e al Collegio di Uppsala. Tutti questi accessi sono sorvegliati e non è possibile andarci senza l'opportuna magia di attivazione che Cassandra possiede tramite delle pergamene lasciate al tempio da suo padre.
Orghes cura Adram dalle ferite e distribuisce delle pozioni cura ferite leggere, ma prima di andare al Collegio per recuperare Helin, è rimasta una cosa da fare. Recuperare la bara di Agrid!
Osservando l'andamento della battaglia al di fuori del tempio, gli eroi vedono che i nani di guardia sono riusciti a creare delle barricate e stanno resistendo all'assalto degli invasori, il drago sembra essere andato verso altre battaglie e la bara... è proprio al centro del piazzale dello scontro sotto a nuvole di frecce.
Gli impavidi eroi escono attirando l'attenzione mentre il paladino schiva le frecce, recupera la bara e la porta al sicuro al tempio, Vampiro recuperato!
Dopo aver preso accordi con Orghes e Cassandra su come gestire il vampiro, gli avventurieri si ricongiungono con Helin al Collegio di Uppsala.
Durante la discussione sulle azioni da intraprendere e come raggiungere il Castello e quale aiuto offrire, dal cerchio di teletrasporto del collegio appare Asa e i suoi grifoni direttamente da Landerfjord per aiutare Norrvik.

Helin, Khaless chiedono immediatamente di salire sui grifoni per andare all'attacco, permesso che viene loro accordato in virtù del loro status di Campioni del Vestland e lo fanno accompagnati da Adram e Norwin.
Una volta in volo con i 4 grifoni si dirigono verso il castello, dove assistono allo scontro tra un drago nero e diversi soldati sopra al maschio del Castello.
In picchiata cavalcando i grifoni, sfidando la sorte e il mal d'aria, sconfiggono il drago dilaniandolo, non senza subire un soffio di acido e qualche altra ferita.

domenica 3 luglio 2011

Hai paura Omer?

Edda era soprannominata la Valkyria per il suo temperamento fiero e una bellezza fuori dal comune. Il suo corpo scolpito era ricoperto di cicatrici a testimoniare le innumerevoli battaglie con scudo e lancia a cui era sopravvissuta. Non c'era uomo che poteva sfidarla senza lasciare sul terreno qualche pezzo e tanto meno uomo che poteva sperare di averla tutta per sè. Hárr era un giovane belloccio che cercava di farsi strada nel mondo, figlio bastardo di un jarl molto potente, e quando si unì alla Compagnia dell'ascia fu folgorato dalla bellezza e carisma di Edda e se ne innamorò perdutamente. Edda era più vecchia di Hárr di 10 anni e all'inizio non fu facile, ma quel giovane simpatico e spensierato, un pò alla volta fece breccia nel suo cuore, senza tuttavia sfociare nella passione. Fu Edda a proporre al giovane di cambiare nome da Hárr-otterOmer-valdr (suo padre) per troncare con il suo passato di bastardo e ricominciare una nuova vita.
La sera prima del combattimento contro Ortinbras, la paura avvicinò i due avventurieri.
Edda e Omer fecero l'amore a con tutta la passione di questo mondo non sapendo se vi sarebbe stata una seconda volta.
"Hai paura Omer?" chiese Edda, "se hai paura pensa alle motivazioni per cui lo stai facendo".
"Se cuore e corpo non sono uniti, fallirai sicuramente".
Il giovane avventuriero non dormì serenamente quella notte, non voleva affrontare Ortinbras e non voleva che Edda lo affrontasse, ora che si erano amati non voleva correre il rischio di perderla per sempre, però fino a quel momento la Compagnia aveva sconfitto molte creature malvagie e nessun veterano dubitava del fatto che il drago fosse alla loro portata, nonostante il suo istinto gli diceva di non andare.
Con il cuore in ansia e l'adrenalina alle stelle il mattino seguente seguì Edda e la Compagnia fino al loro ultimo viaggio sino alle fauci della bestia. Tutto finì in 10 minuti!
Omer smise di usare il cuore ed iniziò ad usare l'istinto per sopravvivere, questo gli permise di uscire dalle paludi di Ortinbras, gli permise di rifarsi una vita, di divenire uno degli avventurieri più famosi del Vestland, tutto grazie al suo istinto.
Omer non si era privato del cuore, semplicemente nella perenne lotta tra seguire il proprio cuore o il proprio istinto, vinceva quest'ultimo e questo gli ha permesso finora di sopravvivere.
Quando Norrvik è stata attaccata, Omer sapeva che doveva rimanere in casa a difendere la sua proprietà e lasciare fare alle guardie, ma poi pensò alla giovane Asa e ai suoi due figli, pensò a Ingimarr il falegname, pensò a Hrafn e a sua moglie Hildr sposati da poco e al Giovane Gotesund che gli aveva affidato suo padre... voleva davvero fregarsene e lasciare tutto in mano al destino?
L'istinto gli diceva di non andare, il cuore gli diceva di andare...
Ora che Omer stava fronteggiando il micidiale drago nero sentiva ancora una volta che il suo istinto aveva ragione!.
Una sola cosa gli venne in mente... "Hai paura Omer?"