L'accesso agli alloggi del chierico Bragas sono chiusi da una pesante porta di ferro, bussando però Adram ottiene risposta da Orghes (braccio destro di Bragas e amministratore del tempio) e di Cassandra (la figlia di Bragas).
Orghes rivela che il tempio di Kagyar è collegato tramite un cerchio di teletrasporto al Castello, al Tempio dei 12 principi e al Collegio di Uppsala. Tutti questi accessi sono sorvegliati e non è possibile andarci senza l'opportuna magia di attivazione che Cassandra possiede tramite delle pergamene lasciate al tempio da suo padre.
Orghes cura Adram dalle ferite e distribuisce delle pozioni cura ferite leggere, ma prima di andare al Collegio per recuperare Helin, è rimasta una cosa da fare. Recuperare la bara di Agrid!
Osservando l'andamento della battaglia al di fuori del tempio, gli eroi vedono che i nani di guardia sono riusciti a creare delle barricate e stanno resistendo all'assalto degli invasori, il drago sembra essere andato verso altre battaglie e la bara... è proprio al centro del piazzale dello scontro sotto a nuvole di frecce.
Gli impavidi eroi escono attirando l'attenzione mentre il paladino schiva le frecce, recupera la bara e la porta al sicuro al tempio, Vampiro recuperato!
Dopo aver preso accordi con Orghes e Cassandra su come gestire il vampiro, gli avventurieri si ricongiungono con Helin al Collegio di Uppsala.
Durante la discussione sulle azioni da intraprendere e come raggiungere il Castello e quale aiuto offrire, dal cerchio di teletrasporto del collegio appare Asa e i suoi grifoni direttamente da Landerfjord per aiutare Norrvik.
Helin, Khaless chiedono immediatamente di salire sui grifoni per andare all'attacco, permesso che viene loro accordato in virtù del loro status di Campioni del Vestland e lo fanno accompagnati da Adram e Norwin.
Una volta in volo con i 4 grifoni si dirigono verso il castello, dove assistono allo scontro tra un drago nero e diversi soldati sopra al maschio del Castello.
In picchiata cavalcando i grifoni, sfidando la sorte e il mal d'aria, sconfiggono il drago dilaniandolo, non senza subire un soffio di acido e qualche altra ferita.
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