"Il drago è fuggito, ma se tornasse con dei rinforzi?" questa era la domanda che assillava gli eroi rimasti soli all'interno dell'area di bonaccia. La prima cosa da fare era andarsene! Aramil con il teletrasporto riesce a raggiungere la scialuppa astrale e a trarre in salvo gli amici.
Raggiunta la spelljammer, gli avventurieri raccontano tutto a Rameoro, ma anche la femmina draconide non ha mai sentito parlare di un drago simile. Dopo aver fatto il punto della situazione, viene deciso a maggioranza di riposare una notte e di tornare alla nube astrale per stanare il drago.
Il giorno dopo con la scialuppa i Guerrieri dell'alba penetrano nella nube astrale alla ricerca della tana del drago. Come ipotizzato da Helin, la nube poteva essere il prodotto di un varco verso il piano elementale della terra. Nella nube, dopo aver evitato alcune rocce fluttuanti, viene trovata la breccia. Del drago nessuna traccia ma al di là del varco Helin scorge un monile. Odar lo identifica come uno dei tanti portafortuna che i marinai astrali portano al collo. Non vengono trovate tracce del drago, ma la cavità è abbastanza ampia da permettere il passaggio in volo.
La cavità prosegue per centinai di metri senza che gli eroi incontrino anima viva, poi ad un tratto Khaless si ferma poiché il terreno davanti a lui è interamente coperto da viticci. Esaminandoli da vicino Helin ritiene che non siano di origine vegetale poiché possiedono epidermide. Toccandoli cambiano colore... sono vivi?
La maga evoca con un rituale dei destrieri fantasma in grado di non calpestare quell'insolito terreno, ma delle aberranti creature arrivano dal buio del tunnel. Sono dei Grell!
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