venerdì 18 novembre 2011

La fuga di Kurz


Avete mai provato ad essere prigionieri di un drago? Zartharyosix aveva occupato una caverna posizionata nell'occhio di Kurtulmak, una breccia naturale nella roccia del picco visibile alle creature volanti e nota ai coboldi. I giovani Coboldi al 14esimo anno di età, scalano il picco per dimostrare il loro valore e celebrare l'ingresso nell'età adulta. La cerimonia di iniziazione è la seguente: I Giovani aspiranti vengono puliti, dipinti e benedetti dallo sciamano della tribù. I giovani devono compiere un primo tratto di scalata verso l'Occhio di Kurtulmak dove passeranno il resto del giorno e della sera in veglia fino a luna alta. Dopo il meritato riposo (scalare stanchi è un suicidio per chiunque, non solo per un coboldo), i guerrieri scalano il picco fino alla vetta Est. Arrivati in cima accendono una torcia fumogena per dimostrare la loro impresa e poi ridiscendono verso l'occhio dove vegliano e si riposano nuovamente fino al giorno successivo. Kurz stesso lo aveva fatto 26 anni fa, prima di lasciare il suo villaggio per conoscere il mondo e conosceva molto bene la caverna, anzi la conosceva più del drago stesso. Era stupito che il drago fosse riuscito ad entrarvi (l'ingresso era stretto), probabilmente doveva possedere qualche sorta di potere magico, ma dubitava che il drago conoscesse tutti i suoi segreti.
Il coboldo infatti aveva visitato più volte la caverna durante la sua vita e vi aveva piazzato tutto ciò fosse utile sia per il rituale di iniziazione che per le emergenze (cibo e altro). L'acqua fortunatamente non mancava, grazie al disgelo, vari bacini naturali erano pieni di acqua. La sua prigionia, fu caratterizzata da una continua tortura psicologica operata dal drago e da Akatrask. Le minacce verso la sua famiglia e la sua tribù gli facevano sopportare tutto, ma un pò alla volta si convinse che li dentro sarebbe morto. Quando al villaggio arrivarono degli avventurieri si accese in lui un filo di speranza, non sapeva chi fossero e se avessero speranze contro il drago, ma se erano solo la metà in gamba quanto lo erano stati i suoi vecchi amici di Karameikos, una possibilità c'era! Ascoltò (era inevitabile) tutto il piano del drago e di Akatrask e capì che doveva fare qualcosa. Sentiva pure che la sua fine era vicina, se gli avventurieri avessero aperto le porte lui non sarebbe stato più di nessuna utilità. Poteva rimanere lì ed aspettare la sua fine e vedere la sua gente soffrire oppure poteva fuggire... e così fece ma non scalando il picco.
In fondo alla grotta c'èra un pertugio che sboccava in una breccia profondissima. Tempo addietro aveva provato a discenderla ma aveva terminato la corda e in seguito non ci ritornò più. Era convinto che la breccia portasse nel sottosuolo. Decise di tentare la fuga durante una delle uscite del drago.
Kurz prese dal nascondiglio delle torce, l'acciarino, delle provviste, del grasso ed un coltello. Si infilò dentro al pertugio, discese per tutta la lunghezza della corda rimasta appesa dall'ultima sua esplorazione, alla cui estremità legò l'altra. L'operazione era abbastanza complessa, gli sfuggì la torcia che rimbalzò più volte fino a fermarsi a circa 40 metri più sotto sul bordo di una polla.. Al buio terminò di legare la corda e discese nell'oscurità con un'unico obiettivo, raggiungere il fondo. La corda finì e aggrappandosi alle rocce, discese qualche altro metro prima di scivolare.
Botta dopo botta toccò il suolo dolorante ma tutto intero. Sembrava un vicolo cieco, nessuna uscita eppure... esplorò la zona, nessuna uscita.. doveva forse tornare dal drago? Poi prese in considerazione la polla, sembrava profonda. Iniziò a studiarla, poteva essere un sifone. Studiando il bordo notò che la polla probabilmente raggiungeva certi livelli a seconda del periodo dell'anno. Si spalmò addosso il grasso e provò con una prima gelida immersione, forse c'era un'uscita ma indugiò troppo e la luce della torcia dalla riva non illuminava abbastanza il fondo. Tornò in superficie a respirare, prese con sè le cose lasciate sul bordo, accese due torce, le lasciò sul bordo della polla per avere un pò di più luce e si immerse pensando ai suoi figli. Se non avesse trovato un'uscita sarebbe morto annegato là sotto. Dopo un pò non c'era più luce, poteva solo provare a nuotare in avanti. Trovò una camera, era uscito dall'acqua gelida, era ancora vivo ma era buio, ora doveva accendere un fuoco sia per vedere che per scaldarsi e trovare un'uscita. L'acciarino era stato avvolto nei suoi vestiti per proteggerlo dall'acqua ed aveva cosparso una torcia di grasso per lo stesso motivo.
Provò ad accedere la torcia e vi riuscì. L'occhio di Kurtulmak stava vegliando su di lui (pensò). La camera non era grande ed aveva un'uscita in alto a circa 5 metri, pochi appigli e nessuna corda. Non aveva tempo per riposarsi, la luce della torcia non sarebbe durata in eterno e non poteva sprecarla... Ne accese un'altra, l'ultima, la buttò di sopra, con quella già in suo possesso provò a scalare ma non vi riuscì e dovette lasciala cadere in basso per non scottarsi. Riprovò a scalare, arrivò di sopra recuperò l'ultima torcia e si diresse verso le vie profonde. Perdette il senso del tempo, trovò altre grotte, alcune lavorate e illuminate da cristalli dove potè recuperare alcuni pezzi di legno, una spada, qualche utensile arrugginito e ritrovò un pò di speranza. Seguendo le antiche vie scavate dai duergar raggiunse le porte della cittadella, ma le trovò chiuse. Ritornò sui suoi passi verso una grande caverna organizzata in più stanze, colma di casse rotte, carri a pezzi e molta sporcizia. Finché esaminava quel luogo sentì la grande porta aprirsi. Per la sorpresa inciampò rompendo una cassa...avrebbe preferito non farlo, non sapeva chi avesse udito quel rumore (Adram!). Poi sentì rumore di una battaglia. Si avvicinò furtivamente alle porte della cittadella, vide 5 avventurieri allarmati che combattevano stranamente tra di loro, forse erano quelli nominati da Akatrask. Provò a correre verso di loro, ma varcarono le grandi porte che chiusero dietro di sé. Kurz attese 10 minuti si avvicinò alle porte e provò inutilmente ad aprirle. Si rigirò verso le vie profonde per cercare un'altra via d'uscita...

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