A poche decine di metri dal cerchio di megaliti, cresceva un boschetto dall'aspetto sinistro pullulante di umanoidi vegetali.
Al suo centro un albero scuro, spoglio dall'aspetto malefico nutriva germogli marci da cui spuntavano piccoli embrioni di esseri vegetali.
Fu chiaro a tutti che quell'albero doveva essere abbattuto prima che potesse generare altri esseri.
Dopo aver riposato ed essersi medicati qualche ferita, gli avventurieri attaccarono il boschetto.
Veridian da dietro, gli altri da davanti.
Oltre alle creature vegetali, dal terreno emergevano delle radici in grado di assorbire la vita.
Veridian utilizzò il fuoco, nemico naturale delle piante, per attirare l'attenzione su di se.
Grog riuscì a sfrondare la prima ondata e poi sostenuto dalle magie curative di Helena, attirò su di se la seconda ondata supportato da Noghai.
Paul utilizzando il giavellotto del fulmine colpì l'albero. La terra tremò e l'albero si consumò esalando una nube maleodorante.
Nonostante la vittoria Helena avvertì che qualcosa non andava, quel luogo doveva venir santificato, pena la rinascita dell'albero o di qualcosa di simile.
Tra le sue radici, Veridian trovò uno scheletro...
Lo scheletro aveva al dito un anello d’oro con simbolo di rosa con inciso all'interno il nome di Gulthias Osybus. Il simbolo era lo stesso trovato su di una tomba vicino al vecchio mulino.
Tra le spoglie fu trovato anche un diario consumato... tra le varie pagina fu trovata la seguente con scritto "Io Lazio Ulrich, borgomastro di Berez, darò 100 sovrane a chi taglierà l’albero malefico progenitore di piante viventi."
E' probabile che Gulthias Osybus avesse accettato l'incarico del borgomastro di Berez per abbattere l'albero ed ivi perì.
Piuttosto, nella mappa della Boldavia non appariva segnata nessuna cittadina ne villaggio col nome di Berez. Noghai ricordava di aver visto un'indicazione per Berez in un incrocio vicino a Vallaki.
Forse si poteva chiedere a Davian Martikov se conosceva la città e il suo fato.
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